Il Partito Congolese del Lavoro, guidato dal presidente Denis Sassou-Nguesso, ha ottenuto la vittoria più netta alle legislative da quando è stato introdotto il multipartitismo.
Le elezioni legislative nella Repubblica del Congo si sono tenute su due turni tra il 10 e il 31 luglio. Come previsto, si sono risolte in una netta vittoria del partito al potere, il Partito Congolese del Lavoro (Parti Congolais du Travail, PCT), che fa capo al presidente Denis Sassou-Nguesso, leader del Paese africano ininterrottamente dal 1979 al 1992, e poi nuovamente dal 1997 ad oggi.
Secondo i dati ufficiali, il PCT ha ottenuto 112 seggi sui 151 disponibili, una vittoria senza precedenti da quando, nel 1992, il Congo ha introdotto il multipartitismo. I restanti 39 seggi risultano invece frammentati tra i numerosi gruppi di opposizione, a partire dall’Unione Panafricana per la Democrazia Sociale (Union Panafricaine pour la Démocratie Sociale, UPADS) di Pascal Tsaty Mabiala e dall’Unione degli Umanisti Democratici (Union des Humanistes Démocratiques, UHD), il partito che fu del compianto Guy-Brice Parfait Kolélas, che hanno ottenuto sette scranni a testa.
Le missioni di osservazione elettorale dell’Unione africana (UA) e della Comunità economica degli Stati dell’Africa centrale (ECCAS) nel loro rapporto preliminare pubblicato il 12 luglio a Brazzaville, hanno dichiarato: “Nonostante alcuni fallimenti, le elezioni sono state pacifiche senza gravi incidenti“. “La Commissione elettorale nazionale indipendente e il personale del Comitato di sorveglianza hanno dimostrato competenza nella maggior parte dei centri visitati“, ha affermato la missione di osservatori dell’UA guidata da Kwesi Ahoomey-Zunu, già primo ministro del Togo tra il 2012 ed il 2015.
La Repubblica del Congo è stata al centro dell’attenzione delle potenze europee negli ultimi mesi, in quanto l’ex colonia francese rappresenta il terzo produttore di petrolio dell’Africa subsahariana. Il governo di Brazzaville è stato corteggiato anche da quello italiano di Mario Draghi, al fine di raggiungere un accordo per la fornitura di gas, ma allo stesso tempo resta un Paese nell’orbita della Russia, come dimostra la recente visita di Sergej Lavrov, ministro degli Esteri di Mosca, che ha incontrato sia Sassou-Nguesso che il suo omologo Jean-Claude Gakosso. La vicenda degli accordi italo-congolesi, in occasione dell’ormai celebre viaggio di Luigi Di Maio in Africa, ha mostrato ancora una volta l’ipocrisia e i doppi standard della politica italiana e occidentale in generale.
I legami tra Russia e Congo affondano le proprie radici nella storia sovietica e nel passato marxista-leninista del Partito del Lavoro di quella che un tempo si chiamava Repubblica Popolare del Congo. Fu nell’ambito della Repubblica Popolare che Sassou-Nguesso salì al potere nel 1979, ma fu egli stesso a rinunciare al marxismo-leninismo nel 1992, trasformando il PCT in una forza socialdemocratica ed introducendo il multipartitismo. Subito dopo l’introduzione di questa riforma, il PCT e Sassou-Nguesso subirono la loro unica sconfitta, quando gli elettori premiarono Pascal Lissouba. In seguito alla seconda guerra civile congolese, Sassou-Nguesso riuscì a deporre Lissouba, riacquisendo il potere nel 1997, e da allora ha governato in maniera ininterrotta il Paese africano.
Il risultato delle elezioni legislative fa seguito a quello delle presidenziali dello scorso anno, in cui Sassou-Nguesso aveva ottenuto una netta vittoria dopo aver fatto approvare una riforma costituzione al fine di ricandidarsi. Secondo la riforma costituzionale approvata nel 2015, Sassou-Nguesso non solo potrà completare un nuovo mandato quinquennale fino al 2026, ma potrà candidarsi ancora una volta, puntando a restare al potere fino al 2031, quando avrà 87 anni. Attualmente, il primato di presidente più anziano al mondo spetta a Paul Biya, capo di Stato del Camerun, che nello scorso febbraio ha compiuto 89 anni, mentre il record assoluto spetta ad Hastings Banda, presidente del Malawi dal 1966 al 1994, quando aveva 96 anni compiuti.
Oltre a ricoprire il ruolo di capo di Stato, Sassou-Nguesso occupa attualmente anche l’incarico di presidente del Comitato di alto livello dell’Unione africana sulla Libia. In questa veste, il leader congolese ha proposto l’organizzazione di una conferenza sulla riconciliazione nazionale in Libia, iniziativa che ha incontrato il forte sostegno del governo russo.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog