Brasilia. Il presidente socialista Lula da Silva ha firmato l’annullamento dei processi di privatizzazione di otto tra le più grandi società statali avviati durante il governo dell’ex presidente di ultradestra filo USA Bolsonaro.
Le società sono: Petrobras (principale industria petrolifera), Correios (le Poste), Impresa Brasiliana per l’Amministrazione di Petrolio e Gas Naturale S.A. – Pré-Sal Petróleo S.A (PPSA), Impresa di Tecnologia e Informazioni delle Pensioni (Dataprev), Nuclebrás Attrezzatura Pesante (Nuclep), Impresa Brasiliana della Comunicazione (EBC), il Servizio Federale di Elaborazione Dati (Serpro) e gli Immobili e Magazzini di proprietà della Società Nazionale delle Forniture (Conab).
Il neo presidente ha inoltre firmato la destituzione di decine di consiglieri nominati da Bolsonaro (molti dei quali erano militari) dalla Presidenza della Repubblica, dall’Ufficio Personale della Presidenza della Repubblica, dal Ministero dell’Ambiente, dal Ministero della Giustizia e Pubblica Sicurezza, dall’Ufficio Sicurezza Istituzionale ( GSI), della Segreteria Speciale per gli Affari Strategici, del Ministero della Difesa, del Ministero dell’Istruzione, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e del Ministero del Turismo.
Le destituzioni riguardano anche la Polizia Federale, l’Abin (Agenzia di di Intelligence Brasiliana), il Funai (Fondazione Nazionale Indigena), Ibama, l’Istituto Chico Mendes, tra gli altri.
Insieme al neo ministro delle Finanze, il socialista Fernando Haddad, Lula ha poi revocato le nomine clientelari effettuate l’ultimo giorno del governo Bolsonaro a beneficio di funzionari ai vertici delle Entrate federali con incarichi nelle rappresentanze diplomatiche all’estero.
Le nomine erano valide per due anni ed erano state firmate dal vicepresidente di Bolsonaro, Hamilton Mourão, l’ultimo giorno di governo.
Sul versante ambientale, sempre il 1° gennaio, Lula ha firmato il decreto n. 11.368, con cui si autorizza la Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (Bndes) a raccogliere di nuovo le donazioni finanziarie per il cosiddetto Fondo Amazzonia per investimenti in azioni di prevenzione, monitoraggio e contrasto alla deforestazione e alla conservazione e uso sostenibile dell’Amazzonia. Finanziato dai governi di Norvegia e Germania, il fondo al momento teneva bloccati circa 3,3 miliardi di Reais.
Nel campo dell’istruzione Lula ha poi annullato il decreto di Jair Bolsonaro che istituiva, nel 2020, la creazione di classi separate nelle scuole per persone con disabilità.
La norma era stata fortemente osteggiata da esperti dell’istruzione i quali affermavano che avrebbe creato una segregazione tra studenti con e senza disabilità.
Il Partito Socialista Brasiliano era stato l’autore di una ‘azione legale contro il decreto vincendo la causa di fronte al Tribunale Federale che sentenziò che il decreto violava il diritto all’istruzione inclusiva, tuttavia il decreto non era stato ritirato dal Governo Bolsonaro.
Sul versante delle armi, con il Decreto n. 11.366, Lula ha mantenuto una delle sue promesse elettorali: ristabilire una politica di controllo delle armi più severa di quella del suo predecessore.
Il provvedimento riduce il quantitativo di armi e munizioni consentito per l’uso, subordinando l’autorizzazione del porto d’armi e alla prova della sua necessità. Sospende inoltre la registrazione per l’acquisizione e la cessione di nuove armi e munizioni e il rilascio delle autorizzazioni per l’apertura di nuovi circoli di tiro e poligoni.
Il decreto presidenziale stabilisce inoltre che, entro 60 giorni, la Polizia Federale registri nuovamente tutte le armi vendute a partire da maggio 2019 e che venga creato un gruppo di lavoro per discutere la nuova disciplina della legge n. 10.826 per la registrazione, detenzione e vendita di armi da fuoco e munizioni.
Le presenti ordinanze sono state firmate domenica 1° gennaio e pubblicate lunedì 2 gennaio in Gazzetta Ufficiale.
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