Il sostegno al governo socialista di Pedro Sánchez ha permesso di far passare alcune riforme progressiste, ma ha anche costretto la sinistra spagnola a scendere a compromessi. Il nuovo programma sembra essere molto più radicale, ed espone una chiara posizione sul conflitto ucraino.

Il prossimo 23 luglio avranno luogo le elezioni generali spagnole, con oltre un anno di anticipo rispetto alla scadenza della legislatura a causa delle dimissioni del primo ministro socialista Pedro Sánchez, che non ha potuto far altro che prendersi le sue responsabilità dopo la pesante sconfitta del suo partito alle elezioni regionali e locali dello scorso 28 maggio.

Il PSOE (Partido Socialista Obrero Español) e le sue varie declinazioni regionali hanno infatti subito una storica sconfitta, perdendo il governo di regioni e città strategiche per la forza di governo. A livello regionale, i socialisti hanno ceduto agli storici rivali del PP (Partido Popular) regioni come le Isole Baleari, la Cantabria, l’Extremadura, La Rioja, la Comunidad Valenciana e la città autonoma di Melilla, mentre il partito locale Coalición Canaria, anch’esso di centro-destra, ha ottenuto la vittoria nell’omonimo arcipelago. Solo le Asturie e la regione di Castilla-La Mancha hanno confermato la propria fedeltà ai socialisti.

Anche tra le principali città, i socialisti hanno subito un numero importante di sconfitte, che non possono essere cancellate dalla vittoria di Barcellona, città che del resto non ha mai visto vittorie dei popolari, o il mantenimento di A Coruña e Las Palmas de Gran Canaria. Al contrario, città del calibro di Albacete, Burgos, Granada, Palma de Mallorca, Pamplona, Siviglia, Toledo, Valencia e Valladolid sono passate dai socialisti ai popolari, coronando il disastro elettorale del PSOE.

Ma la sconfitta dei socialisti è anche quella della sinistra che ha sostenuto il governo di Pedro Sánchez in questi anni, scendendo spesso a compromessi pur di ottenere piccole misure a favore della classi lavoratrici. I risultati di Izquierda Unida (IU), coalizione alla quale aderisce anche il Partido Comunista de España) non sono stati certo lusinghieri, se si esclude il mantenimento della roccaforte di Zamora, che per la terza volta consecutiva ha confermato il sindaco Francisco Guarido Viñuela.

A conti fatti, dunque, la partecipazione della sinistra al governo socialista ha certamente permesso di ottenere alcuni miglioramenti per le classi lavoratrici, ma allo stesso tempo ha costretto Izquierda Unida ad una serie di compromessi che non sono stati apprezzati dagli elettori più radicali. Queste scelte potrebbero essere pagate dolorosamente in occasione delle prossime elezioni generali, alle quali la sinistra spagnola si presenta sotto la sigla della piattaforma Sumar, che va a sostituire la vecchia Unidad Popular, e sotto la guida del ministro del Lavoro, la comunista Yolanda Díaz (in foto).

Sebbene siano stati intrapresi interventi significativi sugli aspetti e sulle condizioni materiali di vita delle famiglie lavoratrici, questi progressi non sono stati sufficienti e, naturalmente, non sono stati in grado di disegnare un futuro migliore e desiderabile per la maggioranza sociale”, si legge nella presentazione del programma elettorale di Izquierda Unida, che fornisce un bilancio condivisibile dell’esperienza di governo. “Secondo la riflessione interna di Izquierda Unida, operare una buona gestione e fare progressi sociali profondi è una condizione necessaria per il successo elettorale. Ma non basta, se questa gestione non è accompagnata da un orizzonte trasformativo che offra una sfida positiva con l’inizio di una nuova fase di maggiori progressi sociali e democratici”.

Secondo Izquierda Unida, il programma elettorale della piattaforma Sumar “include elementi profondi di trasformazione della società e compie passi decisivi verso il socialismo come il modo migliore per le prossime generazioni di vivere più felici”, come ha affermato nelle sue dichiarazioni Carlos Sánchez Mato, responsabile federale della Proposta Programmatica di Izquierda Unida. Sánchez Mato ha spiegato che “prenderemo parte alle elezioni del 23 luglio nella coalizione Sumar e abbiamo lavorato con il resto delle formazioni per preparare il programma comune. Izquierda Unida ha contribuito con umiltà con la sua esperienza e il suo impegno affinché si riflettano nella proposta finale”.

Tra le principali proposte di Izquierda Unida troviamo quelle di garantire a tutte le abitazioni l’accesso alle forniture di base di acqua, energia e riscaldamento, nonché un paniere della spesa di base di beni di prima necessità a prezzi accessibili, oltre ad attuare un assegno alle famiglie di 200 euro al mese per lottare per l’eliminazione della povertà infantile e tutelare sia il diritto alla cura che la corresponsabilità dei genitori.

Il programma congiunto concordato a Sumar include una “giusta transizione ecologica, un qualcosa di essenziale per Izquierda Unida. Per questo, vengono poste le basi per sviluppare i meccanismi necessari affinché tutte le persone beneficino dell’accesso a energia pulita ed economica, garantendo un approvvigionamento energetico di base, oltre a facilitare gli investimenti necessari per i gruppi sociali che ne hanno più bisogno”, secondo quanto affermato da Sánchez Mato.

Circa la politica estera e il tema scottante della guerra, il rappresentante di Izquierda Unida ha affermato che “abbiamo anche concordato sulla proposta dei IU nel programma congiunto Sumar di dare un nuovo approccio alla sicurezza, basato sul ruolo dello Stato nella ricerca di soluzioni pacifiche e negoziate ai conflitti, per capire che la pace non si ottiene esportando armi“. Sánchez Mato ha affermato che “la leadership del nostro Paese deve essere esercitata per trovare soluzioni alla guerra in Ucraina, in Palestina, ai conflitti nel Sahara occidentale o nel Sahel, sempre nel quadro di quanto concordato in ambito multilaterale del Nazioni Unite, abbandonando le false garanzie di sicurezza della Nato e camminando verso un’autonomia strategica globale al servizio della cittadinanza europea e non dell’industria degli armamenti“.

Con questo programma chiaro e radicale, la sinistra spagnola tenterà di recuperare il sostegno e la fiducia del suo elettorato, che vuole evitare una vittoria della destra ma non può neppure fidarsi del rosso ormai sbiadito dei socialisti.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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