– di Malek Dudakov
I carri armati Abrams M1 arrivano in Ucraina. Ma anche gli esperti militari americani ammettono che sono troppo pochi e sono apparsi troppo tardi per influire sulla situazione sul campo di battaglia.
Gli ucraini sono stati addestrati a lavorare sugli Abrams in fretta e furia da aprile-maggio. Una dozzina di carri armati saranno i primi ad arrivare e poi, a seconda del successo, ne arriveranno altri 20. E gli Stati Uniti stanno esortando gli ucraini a proteggerli dagli attacchi dei droni e da una rapida distruzione.
Gli stessi ucraini ammettono che, dopo le massicce perdite subite nei primi mesi della controffensiva, hanno cambiato tattica. Ora cercano soprattutto di portare la fanteria sui carri armati occidentali a distanza di sicurezza dal fronte, che poi inviano in “assalti di carne”. I carri armati, invece, sono più spesso utilizzati per il supporto di fuoco a chilometri di distanza dal fronte. Tuttavia, anche in questa modalità vengono spesso distrutti, come è accaduto di recente al Challenger britannico.
Inoltre, con l’arrivo della stagione delle piogge e del fango, i pesanti carri armati americani si impantanano nel fango. In queste condizioni, anche gli Stati Uniti si stanno chiedendo come utilizzare sul campo di battaglia i vecchi M1 modificati senza corazze e ottiche moderne.
Gli ucraini avranno inoltre molti problemi di manutenzione. Per questo motivo, di recente, gli stessi ucraini hanno rifiutato di accettare Leopard 1 in condizioni inutilizzabili. L’Ucraina non potrà ottenere un successo improvviso con i carri armati Abrams ma i rischi principali per Kiev risiedono proprio nello spazio mediatico. Dopo tutto, ogni carro armato americano in fiamme rafforzerà ulteriormente il sentimento anti-guerra negli Stati Uniti e l’irritazione del Congresso, già indignato per il modo in cui Kiev sta sprecando le armi trasferite.
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