Migliaia di famiglie armene affamate ed esauste stanno intasando le strade del Nagorno-Karabakh per evacuare la regione e raggiungere l’Armenia. Gli armeni del Karabakh (regione azera che dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica era rimasta al di fuori del controllo di Baku) hanno iniziato a fuggire dopo la sconfitta delle loro milizie nel corso dell’operazione lampo portata a termine dall’Azerbaigian la scorsa settimana. Il vice primo ministro armeno Tigran Khachatryan ha dichiarato all’agenzia di stampa TASS che almeno 19 mila dei 120 mila armeni che abitano nella regione del Nagorno-Karabakh sono già rientrati in Armenia, tuttavia il numero è in costante crescita con il passare delle ore e, secondo alcuni media, sarebbe già arrivato a quasi 50 mila. Durante l’esodo si è verificato anche un drammatico incidente: lunedì, infatti, un impianto di stoccaggio di carburante è esploso, causando la morte di almeno 68 persone e il ferimento di circa 300. In merito all’incidente, le autorità non hanno ancora fornito alcuna spiegazione. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno chiesto all’Azerbaigian di proteggere i civili e garantire l’ingresso degli aiuti umanitari. L’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) ha dichiarato che Washington fornirà 11,5 milioni di dollari in aiuti umanitari.

L’operazione militare azera, giunta al culmine di mesi di sanguinosi scontri al confine tra le due parti, è stata portata a termine in appena 24 ore. Al suo termine, migliaia di persone di etnia armena residenti nella regione del Nagorno-Karabakh hanno iniziato un esodo verso l’Armenia. Il presidente azero Ilham Aliyev ha infatti promesso di garantire la sicurezza e i diritti dei gruppi armeni che si trovano ancora nella regione, tuttavia i trascorsi violenti tra le due parti e le guerre che ne hanno segnato i rapporti hanno reso gli armeni scettici riguardo la possibilità di una convivenza pacifica.

Giustificata col pretesto della lotta al terrorismo, l’operazione del governo dell’Azerbaigian era volta e combattere e cacciare le milizie armene separatiste presenti nella regione. Queste, secondo l’accusa di Baku, sarebbero state responsabili della morte di quattro soldati e di due civili azeri. Dal canto loro, invece, gli armeni avevano denunciato come da settimane l’esercito azero stesse portando avanti un’operazione di pulizia etnica nella regione. L’operazione militare è stata solamente l’ultima di una lunga serie di guerre combattute per il Nagorno-Karabakh dalla caduta dell’Unione Sovietica, della quale sia Armenia che Azerbaigian erano parte, negli anni ’90.

[di Valeria Casolaro]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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