Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Viviamo la confluenza di più crisi. Economica, ambientale, geopolitica, culturale. Uno stato di “policrisi” che ha visto anche in Europa il ritorno prepotente della guerra. Sulla base della logica della guerra si muovono i Governi, gli agglomerati mediatici e i gruppi economico-finanziari del continente. Una Europa priva di autonomia, in subalternità assoluta a USA e NATO; che fa della guerra alla Russia fino all’ultimo ucraino la propria bandiera. Dove tutto si muove grazie ai soldi al complesso militare-industriale, in un parallelo attacco alle condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici; dove gli investimenti nell’industria fossile crescono mentre le condizioni del pianeta continuano a peggiorare e la propaganda bellica tende a silenziare o a stigmatizzare il pensiero critico. Sono, queste, le caratteristiche della fase che attraversiamo. In Italia e in tutti i Paesi UE.

In questo quadro desolante, ci appelliamo al ripudio del conflitto bellico contro le devastanti conseguenze dell’economia di guerra. Siamo convinti che questo sia un sentimento ampiamente diffuso nei nostri popoli, a cui la politica non vuole o non riesce a dare voce. Si tratta ora di trasformare questo sentimento nell’architrave di un progetto politico di ampio respiro. Come Unione Popolare abbiamo posto la battaglia contro la guerra in cima alle nostre priorità. Per questo, fin dal 24 febbraio scorso con le Parlamentari poi confluite in Unione Popolare ci siamo opposti all’Italia in guerra anche durante il Governo Draghi, quando tutti gli altri avevano votato a favore dell’invio di armi. “Giù le armi, su i salari”, abbiamo da sempre ribadito. Per questo, in vista delle elezioni europee del 9 giugno 2024, la lotta per la pace è e sarà al centro della caratterizzazione politica di Unione Popolare.

L’Italia può svolgere un ruolo importante nel raggiungimento della pace, se adotta come piano prioritario la necessità di soluzioni diplomatiche e negoziali, se rifiuta il diktat del 2% di PIL in spese militari, se non finge che la NATO sia una “alleanza di pace” e la comincia a considerare per quel che è: un’alleanza militarista anacronistica e contraria agli interessi dei popoli del mondo; se si inizia a lavorare per la sua sostituzione con un sistema di cooperazione internazionale che metta al centro gli interessi dei popoli.

L’ascesa della destra reazionaria e fascista in tutta Europa è infatti il prodotto delle politiche militariste e liberiste condotte anche da governi di centrosinistra, e dell’assenza di lotte significative a difesa del potere d’acquisto di lavoratori e lavoratrici. Si apprende ora anche della volontà di tornare alle politiche di austerità, che hanno avuto pesantissime conseguenze sociali negli scorsi decenni.

Governi, media e oligarchie economiche ripetono che i soldi per ospedali e medici, scuole e insegnanti, trasporti e autisti, non ci sono. Ma i soldi per le armi ci sono sempre.
“Giù le armi, su i salari” è quindi il programma politico che come Unione Popolare vogliamo porre al centro delle prossime elezioni europee. Un programma contro la guerra e le sue enormi conseguenze, ma soprattutto un programma “per”: per una maggiore eguaglianza nel lavoro e nei diritti di cittadinanza; per redistribuire la ricchezza; per l’aumento delle paghe – in Italia in primis con un salario minimo di 10€ l’ora; per la garanzia della sicurezza e della salute sui posti di lavoro; per la riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario, affinché il continente europeo possa essere laboratorio di liberazione e non di oppressione ulteriore di chi lavora.

Non è vero che “i soldi non ci sono”. Devono essere i grandi capitali, la finanza e gli evasori fiscali a pagare di più, per trasformare una parte delle enormi ricchezze concentrate in poche mani nel miglioramento delle vite di cittadine e cittadini. Il principio “chi inquina deve pagare” deve essere alla base di una rivendicazione di giustizia ambientale che sia anche sostanziale giustizia sociale.

Per realizzare questo programma Unione Popolare è impegnata nella costruzione di alleanze oltre i confini nazionali. Con organizzazioni politiche e sociali affini, con i movimenti che non hanno smesso di prendere la scena e conseguire vittorie, a partire dal movimento femminista, dai movimenti ambientalisti e dalle mobilitazioni dei lavoratori.

Unione Popolare ritiene necessario proseguire nella costruzione di uno spazio politico alternativo ai poli politici esistenti, e decide pertanto:

  • di convocare l’assemblea costituente di Unione Popolare per fine ottobre/inizi novembre;
  • di partecipare alla prossima competizione elettorale europea puntando a costruire una lista contro la guerra che sappia vincere due sfide:
    1. coniugare il rifiuto della guerra, e del sistema di alleanze che la sorregge (e della partecipazione italiana diretta o indiretta alla stessa), con la lotta al liberismo economico e all’economia di guerra;
    2. dare vita a una alleanza pacifista tra tutte e tutti coloro – persone, associazioni, comitati o partiti – che ne condividano il programma e l’impostazione.

Anche noi, come Michele Santoro, non chiediamo a nessuno di rinunciare alle sue idee e ai suoi simboli. La priorità è porre fine alla guerra. Siamo quindi disponibili a dar vita e a partecipare in modo riconoscibile e riconosciuto alla costruzione di una alleanza pacifista per una lista unitaria nelle elezioni europee, contro l’orrore della guerra.

Unione Popolare valuterà pertanto con i necessari confronti e con un percorso di partecipazione e consultazione democratica, le condizioni e le modalità per la costruzione di questo percorso.

A partire da questa impostazione Unione Popolare è favorevole ad un confronto con Michele Santoro e Raniero La Valle – protagonisti in quest’anno e mezzo della battaglia per la pace e che hanno lanciato un appello contro la guerra per le elezioni europee – e con ogni forza interessata e disponibile alla costruzione di una alleanza pacifista.

Il Coordinamento Nazionale Provvisorio di UP

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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