A Torino, i collettivi studenteschi stanno protestando animatamente contro le politiche del governo sulla scuola e il diritto allo studio, ricevendo in cambio le manganellate della Polizia. Ieri un corteo di manifestanti, con in testa gli attivisti del centro sociale Askatasuna di Torino e partecipato dai membri dei collettivi studenteschi OSA e KSA, è partito dai Giardini Reali alla volta di Piazza Castello, dove in questi giorni si tiene il Festival delle Regioni e delle Province Autonome, lanciando slogan contro il ministro ministro dell’Istruzione e del merito Roberto Valditara. In risposta, la polizia ha caricato in modo duro i manifestanti. Oggi nel capoluogo piemontese antagonisti e universitari hanno animato un’altra manifestazione in vista dell’arrivo della premier Giorgia Meloni, sbarcata a Torino nella tarda mattinata. Anche in questo caso, in un centro città ancora più blindato, sono avvenuti aspri scontri, che hanno visto gli agenti caricare i dimostranti.
Il corteo sfilato ieri per le strade di Torino, partito alle ore 15, era aperto da uno striscione con la scritta: “Né merito né talento. Soldi alla scuola e non alla guerra”. I collettivi studenteschi avevano anticipato via social la contestazione al ministro dell’Istruzione, scrivendo “Valditara non sei il benvenuto”. Momenti di tensione si sono vissuti in via Po e via Principe Amedeo, dove gli studenti si sono scontrati con il cordone degli uomini della polizia, che hanno respinto ragazzi e ragazze con scudi e manganelli. Gli stessi attivisti hanno documentato gli scontri con una serie di video, poi pubblicati in rete. Sui momenti di disordine di ieri sono in corso le indagini della Digos di Torino.
Oggi il corteo di protesta, rimpolpato da circa 300 persone, è partito da Palazzo Nuovo, storica sede dell’Università torinese. I centri sociali e i collettivi studenteschi e universitari sono partiti portando uno striscione recante la scritta “Meloni a Torino non sei la benvenuta”. L’area intorno a Palazzo Carignano, dove è arrivata la Presidente del Consiglio, è stata chiusa anche ai pedoni dalle prime ore del mattino. Le forze dell’ordine hanno inoltre bloccato gli accessi a via Po. In via Principe Amedeo e poi in Piazza Castello, sotto la sede della prefettura, la Polizia ha sfoderato gli scudi e caricato gli attivisti, che hanno lanciato uova. «Abbiamo un messaggio per Meloni – hanno urlato i manifestanti -, non è benvenuta in questa città come non è benvenuta una passerella per questi politicanti che stanno lasciando la gente affamata nelle strade spacciandosi per chi vuole risolvere i problemi sociali ma tagliano fondi a tutti i servizi sociali».
A partecipare alle contestazioni è stato anche il collettivo Cambiare Rotta, i cui componenti, ieri, si sono incatenati alla Mole Antonelliana per protestare contro il caro-affitti e la “macelleria sociale” messa in atto dall’Esecutivo, che mina il diritto allo studio dei giovani. “Dopo aver passato una settimana in tenda qua a Torino e su tutto il territorio nazionale come studenti in lotta per il diritto alla casa e allo studio, le nostre rivendicazioni non sono state accolte e non siamo stati nemmeno ascoltati. Basti vedere le ultime dichiarazioni da Salvini al presidente di Confindustria: sacralizzazione della proprietà privata, attacco ai giovani tacciati come “nullafacenti”, piani casa a favore solo della borghesia palazzinara – hanno scritto in un comunicato pubblicato su Facebook –. Ci ritroviamo a non trovare case da affittare per indisponibilità (pur conoscendo benissimo il gioco dei palazzinari per aumentare l’offerta) oppure ad affittarle a prezzi esorbitanti, esclusi dagli studentati o per mancanza di posti o per requisiti assurdi di merito. Le istituzioni dall’Università al Governo rispondono con soluzioni che altro non sono che specchi per le allodole”. Le rivendicazioni del collettivo sono chiare: “vogliamo l’abolizione della legge 431/98 a firma centrosinistra che liberalizza alla follia il mercato degli affitti e la reintroduzione dell’equo canone; vogliamo un piano strutturale di investimento sull’edilizia universitaria pubblica; vogliamo un tavolo permanente con MUR, MIMS e Enti regionali per il diritto allo studio; vogliamo l’esclusione dei privati da fondi del PNRR”.
[di Stefano Baudino]