Olivier Turquet

(Foto di UAW)

“Siamo pronti ad essere il primo tassello di molti che cadranno”, ha detto un lavoratore dello stabilimento Volkswagen di Chattanooga, nel Tennessee, venerdì 19 aprile, festeggiando la vittoria sindacale.

I 4.300 operai di quello stabilimento sono infatti diventati i primi lavoratori automobilistici del Sud degli USA, che non siano dipendenti di una delle tre grandi case automobilistiche di marchi statunitensi, a votare per un Sindacato in azienda, tesserandosi a United Auto Workers (UAW) e infrangendo così il bastione antisindacale che caratterizza gli Stati che erano della Confederazione sudista.

Secondo UAW, a Chattanooga hanno votato sì al sindacato in 2.628 (il 73% dei votanti), hanno votato no 985. Il voto segreto, come prevede la normativa federale, è iniziato mercoledì. La campagna di sindacalizzazione in questa azienda era iniziata nel dicembre 2023 assieme a quella di tutte e 13 le imprese auto mai sindacalizzate, presenti in grandissima parte nel Sud statunitense.

Se nessuna delle parti contesterà i risultati entro 5 giorni, l’agenzia federale NLRB certificherà il voto dando mandato ad iniziare la discussione per il contratto di lavoro. Contratto “di stabilimento”, come quasi sempre negli USA, e soggetto spesso a ostruzionismo nella fase di stipula da parte padronale.

Le retribuzioni dei lavoratori Volkswagen sono negli USA assai minori di quelle medie delle tre grandi imprese auto degli USA, le cosiddette Big 3, che hanno stipulato con UAW nell’autunno scorso un importante rinnovo del contratto.

I lavoratori Volkswagen non avevano contro in questo caso soprattutto l’azienda (VW ha assunto una posizione abbastanza neutrale sul voto nella sua unica fabbrica non sindacalizzata a livello globale, anche perché in Germania un rappresentante del Consiglio di fabbrica dei lavoratori è presente all’interno nel Consiglio di Sorveglianza che nomina il Consiglio d’Amministrazione dell’impresa, in rappresentanza dei 675.000 mila dipendenti a livello mondiale) quanto il governo statale. Il governatore del Tennessee, Bill Lee, ha firmato una lettera pubblica assieme ad altri cinque governatori del Partito Rrepubblicano, quelli di Alabama, Georgia, Mississippi, Carolina del Sud e Texas, in cui i sei affermano che hanno la responsabilità di difendere gli interessi dei propri elettori da chi “minaccia i nostri posti di lavoro e i valori con cui viviamo”. “Vogliamo – prosegue la lettera – mantenere posti di lavoro ben retribuiti e continuare a far crescere il settore manifatturiero americano dell’auto. Una campagna di sindacalizzazione riuscita fermerà questa crescita sul suo cammino, a scapito dei lavoratori americani”. Secondo loro, il Sindacato metterebbe a repentaglio i posti di lavoro, ottenuti con grandi sovvenzioni alle imprese che si stanziano nel Sud, per supplire al crollo, negli anni ’80 e ’90, dell’industria tessile, a causa della concorrenza di prodotti a basso costo provenienti dai Paesi asiatici. Tanto vale, allora, hanno deciso loro, rafforzare il Sud come territorio di produzioni a propagandato basso costo del lavoro.

E’ evidente che questi governatori non hanno problemi ad arrivare a fine mese coi loro redditi: quello del Tennessee, ad esempio, è erede di una ricca impresa di famiglia nel settore delle costruzioni e gode di notevoli entrate annuali, che erano di 220 milioni di dollari nel 2019 al momento in cui si era insediato.

Sull’argomento del ruolo del Sindacato negli USA è intervenuto anche il presidente Biden, che ha inviato le sue congratulazioni per il “voto storico” di Chattanooga, dichiarando che “lasciatemi essere chiaro ai governatori repubblicani che hanno cercato di minare questo voto: non c’è nulla da temere dai lavoratori americani che usano la loro voce e il loro diritto legale di formare un sindacato, se lo desiderano. In effetti, la crescente forza dei sindacati nell’ultimo anno è andata di pari passo con una crescita record di piccole imprese e posti di lavoro insieme al più lungo periodo di bassa disoccupazione in oltre 50 anni”.

Biden non ha difficoltà a proclamarsi filo sindacale di contro alle posizioni drasticamente antisindacali del Partito Repubblicano ma sta arrivando alle elezioni presidenziali di novembre con una notevole caduta di consensi, anche e soprattutto sulla politica estera. In particolare sulla fornitura di armi a Israele utilizzate per la “macelleria di Gaza”.

Tornando alla campagna sindacale di UAW per sindacalizzare il sud degli Usa, e ricordando che due precedenti tentativi presso lo stabilimento VW erano falliti, seppur per pochi voti, nel 2014 e nel 2019, UAW ha deciso di spendere 40 milioni di dollari fino al 2026 per proselitismo nelle fabbriche auto del Sud.

Finora oltre 10.000 lavoratori hanno firmato le carte di adesione a UAW e il prossimo voto, il 13-17 maggio, interesserà i 5.000 lavoratori della fabbrica Mercedes-Benz di Vance, in Alabama.

Fonti principali:

 L.F.Leon, Tennessee Volkswagen Workers Vote Union, Labor Notes, 19.4

O.Rosane, ‘You All Moved a Mountain’: Tennessee Volkswagen Workers Vote to Join UAW, Common Dreams, 20.4

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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