Quello a cui stiamo assistendo da 9 mesi nella Striscia di Gaza ha pochi precedenti nella storia recente: la natura e l’intensità della violenza perpetrata contro i palestinesi, confermata da testimonianze anonime di soldati israeliani e le dichiarazioni pubbliche di figure politiche forniscono uno sguardo scioccante.

La violenza dell’esercito israeliano a Gaza

Partiamo dalla cronaca: anche oggi la scia di sangue a Gaza non si arresta. Almeno 25 persone sono state uccise in raid israeliani lanciati nelle prime ore dell’alba nella Striscia, lo riporta Al Jazeera.

Secondo la tv qatariota, almeno 5 persone sono morte in seguito ad un attacco nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza City (nord). Altre 4, tra cui due bambini, sono morte in un attacco a Jabalia (nord). Almeno 3 persone sono decedute in un attacco nel campo profughi di Bureij (centro).

Quattro sono state uccise nel campo profughi di Nuseirat (centro) e altre 8 hanno perso la vita sempre a Nuseirat. Infine, una persona è morta a Khan Younis (sud) in un attacco con droni.

Non sembrano esserci ancora vie d’uscita a questo bagno di sangue che da 9 mesi, solo per restringere all’ultima grande operazione militare, sta devastando la Striscia di Gaza.

Violenza e testimonianze

Il conflitto israelo-palestinese è un punto caldo nella politica mondiale per decenni, ma ciò che lo distingue è la natura e l’intensità della violenza perpetrata contro i palestinesi, in particolare a Gaza.

Quello a cui stiamo assistendo da 9 mesi ha pochi precedenti nella storia recente

Le testimonianze anonime di soldati israeliani e le dichiarazioni pubbliche di figure politiche forniscono uno sguardo scioccante e disturbante su queste dinamiche.

Diversi militari hanno rilasciato testimonianze anonime (riportate da Bbc News, LeMonde.fr, Reuters), come anche l‘inchiesta della RSI svizzera che ha raccolto la testimonianza di un whistleblower israeliano,  che descrivono un quadro inquietante delle operazioni militari a Gaza.

Cinque sono le dinamiche e le pratiche più evidenti e terribili evidenziate:

  1. Definizione di terroristi: ogni palestinese ucciso viene etichettato automaticamente come terrorista, indipendentemente dall’età o dal sesso. Questo include bambini e donne anziane, una pratica che disumanizza le vittime e giustifica la loro uccisione senza distinzione​.
  2. Gare di uccisioni: i soldati sono incoraggiati a tenere il conto delle uccisioni e a competere su chi ne uccide di più. Questo gioco macabro trasforma la violenza in un’attività quasi sportiva, sminuendo ulteriormente il valore della vita umana​​.
  3. Saccheggi delle case bombardate: in un recente rapporto, l’organizzazione per i diritti umani Euro-Med human rights monitor ha rivelato che le forze israeliane stanno sistematicamente saccheggiando le case dei palestinesi. Le case distrutte sono considerate come negozi di souvenir, da cui i soldati prelevano trofei. Questo atteggiamento sottolinea un livello di insensibilità e disprezzo per le vite e le proprietà palestinesi​.
  4. Schiacciamento delle macerie: spesso i soldati passano con cingolati sopra le macerie per assicurarsi che chiunque sia sotto venga ucciso. Questo metodo brutale dimostra un intento deliberato di causare la massima distruzione possibile e di eliminare qualsiasi sopravvissuto​.
  5. Spari su bambini disarmati: i soldati hanno ammesso di aver sparato a bambini disarmati senza ricevere alcuna punizione o segnalazione. Ben prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, l’IDF è stato accusato di vere e proprie esecuzioni, come il caso del bambino palestinese di tre anni Mohammed Haitham al-Tamimi, cui l’esercito israeliano ha sparato nel cranio il 5 giugno 2023 in Cisgiordania (Questo è il video del funerale del bambino).Questa impunità diffusa incoraggia ulteriori abusi e perpetua un ciclo di violenza contro i più vulnerabili​ ​.

Dichiarazioni pubbliche

Le dichiarazioni pubbliche di figure chiave aggiungono ulteriore contesto a queste testimonianze, rivelando un atteggiamento profondamente radicato nella deumanizzazione dei palestinesi.

Uno dei casi più eclatanti, finito anche tra le testimonianze del processo on corso alla Corte Penale Internazionale, riguarda il Ministro alla difesa Gallant, che dichiarò, letteralmente: “Stiamo combattendo contro animali umani.”  Questa dichiarazione disumanizza ulteriormente i palestinesi, giustificando implicitamente l’uso della forza estrema contro di loro​​.

In vari video sui social, soldati israeliani esprimono emozioni positive riguardo ai bombardamenti sulla popolazione civile. Altri manifestano platealmente atteggiamenti di entusiasmo.  Questo suggerisce che l’esercito israeliano non solo tollera ma addestra i suoi soldati a condurre operazioni che mirano alla distruzione sistematica della popolazione palestinese.

La definizione di genocidio, secondo la Convenzione delle Nazioni Unite, include atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Le pratiche descritte dai soldati israeliani sembrano allinearsi con questa definizione, evidenziando un preoccupante modello di violenza e deumanizzazione che richiederebbe un’urgente attenzione e intervento internazionale​.

Ma a parte le dichiarazioni di facciata e qualche lieve tentativo di singoli stati, nell’insieme l’Occidente dei diritti e delle ‘regole’ ha deciso di sostenere il carnefice.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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