Qualche pensiero sparso in merito all’operazione militare in territorio russo iniziata all’alba di stamattina al confine tra le oblast’ di Sumy (Ucraina) e Kursk (Russia). Se stamattina pareva che tutto sommato l’attacco fosse stato respinto, con perdite non indifferenti per chi attaccava, nel pomeriggio e in serata i combattimenti sono ricominciati e sono, pare, molto intensi.

Ho segnato sulla prima carta la zona in cui con sicurezza si è combattuto oggi, e non è chiaro se e quale parte di territorio sia ancora occupato dalle FFAA ucraine. Le perdite ucraine accertate sono sei carri armati, una decina di blindati e, soprattutto, due sistemi antiaerei semoventi Buk-M1 che erano stati portati a ridosso del fronte per tendere imboscate all’aviazione russa che sicuramente sarebbe intervenuta, come è stato. Anche i russi hanno avuto perdite: un elicottero Ka-52 colpito da un sistema antiaereo spalleggiabile, due T-62 colpiti da droni ancora sui pianali KAMAZ 65221 che li trasportavano verso il fronte (quindi senza equipaggi dentro). Ci sono anche dei prigionieri, almeno due ma probabilmente di più: va tenuto presente che sul confine vi sono anche unità di militari di leva, che sono state coinvolte nei combattimenti e, pare, non hanno sfigurato (non è chiaro se i prigionieri siano militari di leva. A occhio, sì). A quanto viene riferito da più fonti, il comando ucraino sta facendo affluire parecchi rinforzi, segno che probabilmente si tratta di uno sforzo reale, non di un diversivo da TikTok come le precedenti incursioni oltrefrontiera. Ovviamente al momento non si sa nulla di certo, e non lo si saprà stanotte – già vengono proposte teorie fantasiose, tipo che l’obiettivo dell’incursione sia prendere il controllo della centrale nucleare di Kursk, cosa della quale mi permetto di dubitare.
Inoltre, sempre all’alba, c’è stato un tentativo di sbarco sulla penisola di Tendra (carta 2),

dove non c’è nulla se non un faro. L’operazione però è finita male, con almeno tre barchini affondati, e a differenza dell’operazione di terra non pare che i marines ucraini intendano riprovarci, almeno stando a quello che si è visto finora. Si è trattato, quindi, di un attacco coordinato in due settori estremamente distanti ed entrambi in territorio russo, legittimo o occupato. Il che sembra deporre a favore dell’idea che l’offensiva d’autunno, che in tanti si aspettano, possa essere stata anticipata, forse perché nel settore del donetsk le cose stanno andando molto male, con avanzate rapire russe in direzione di Toretsk e Niu-York – poco fa Solovev ha mostrato un filmato in cui truppe russe (l’ex battaglione ‟Somali” della RPD) alzano la bandiera sulla scuola n° 38, alla periferia nord-ovest di Niu-York, segno di un’avanzata davvero veloce e di un fronte che le truppe ucraine non riescono a stabilizzare.
Da questo punto di vista, aprire nuovi fronti potrebbe essere un’idea valida per l’Ucraina soprattutto perché le cose nel Donetsk, e non solo, vanno male. Del resto è quello che i russi hanno fatto nella zona di Kharkiv, e anche in questo caso l’obiettivo potrebbe essere lo stesso: stornare truppe da altri settori del fronte. Con alcune differenze importanti, però, e a sfavore dell’Ucraina, prima fra tutte che la Russia ha a disposizione più truppe e non ha necessità di spostarle dal fronte, oltre alla superiorità in materiale e, soprattutto, aviazione (da cui lo spostamento di sistemi antiaerei vicino al nuovo fronte da parte degli ucraini, sistemi che però sono stati tolti da altre zone…). Ci sono ancora molti interrogativi a cui per ora è impossibile rispondere. Si tratta di un’offensiva ‟vera” o di una diversione per colpire da qualche altra parte? Se è un’offensiva ‟vera” qual è lo scopo? Obbligare i russi a concentrarsi in quella regione lasciando perdere la loro offensiva? O magari occupare territorio russo da scambiare con territorio ucraino quando ci saranno i negoziati? Ma per mantenerlo bisognerà impiegare una grandissima quantità di truppe, in pratica la riserva strategica ancora a disposizione del comando ucraino, e mi sembra un’ipotesi un po’ paradossale usarla in Russia e non per provare a recuperare territorio ucraino. Senza contare che in caso di offensiva seria sul suo territorio la reazione russa non sarebbe affatto morbida, e sappiamo che ha a disposizione parecchi mezzi di escalation. Domani ne sapremo di più.

Francesco Dall’Aglio

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