Su X (Twitter) il social più utilizzato dalla politica per comunicare sulle principali questioni di attualità, la Segretaria dei Dem riesce a parlare di tutto, seppur non con la costanza di altri habituè del mezzo (la cosiddetta ‘bestia’ salviniana per intenderci), ma non si trova un solo tweet che tocchi l’eccidio in corso a Gaza.
Schlein e il silenzio social su Gaza
Elly Schlein ha finalmente twittato dopo un lungo silenzio. Dopo il 7 ottobre si è espressa un po’ su tutto: l’attentato a Bruxelles, Sinner, Navalny, la coppa Davis, il Pride, le elezioni a Foggia e a Sulmona, Costituzione, Mattarella, Cutro, Meloni, Orban, il suo taglio di capelli, il PSE, l’autonomia differenziata, David Sassoli, le elezioni in Spagna, maltempo in Veneto e Toscana, ma su Gaza e Cisgiordania, neanche mezza parola.
Niente su bombe, torture, fame, malattie e devastazioni inflitte ai palestinesi, niente sui pronunciamenti della Corte dell’Aja e del Tribunale penale internazionale, niente sulle migliaia di bombe inviate dall’Occidente per ammazzare decine di migliaia di bambini. Il nulla assoluto.
Nessun leader occidentale di un partito progressista ha avuto la faccia tosta di passare completamente sotto silenzio questo atroce cumulo di orrori in pieno svolgimento. Tutti quelli che hanno un account twitter in qualche modo si sono espressi, chi timidamente e chi con più incisività.
Addirittura Piero Fassino (!), per capire il livello, ieri ha criticato l’indiscriminato uso della forza da parte di Israele. Da Elly, solo silenzio assordante e complice su un tema di cui parla l’intero pianeta.
Era oltre un mese che non twittava, però oggi ha rotto gli indugi. Evidentemente non poteva più prolungare il suo silenzio, gli ultimi avvenimenti non potevano proprio essere taciuti. E così, ecco finalmente… un tweet pieno di entusiasmo e gioia per la medaglia d’oro nella pallavolo femminile!
Immensa Elly! Nelle Olimpiadi dell’ipocrisia, della faccia di bronzo e della complicità in genocidio, la medaglia d’oro non te la toglie nessuno. Ti meriti oltre cinque milioni di grazie, uno per ciascuno dei palestinesi della cui sorte ti frega meno di zero e che anche grazie al tuo silenzio rumorosissimo, deliberato e profondamente razzista continueranno ad essere massacrati senza pause, senza limiti e senza speranza
