Riceviamo e pubblichiamo
31/01/2018 Oggi, il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti ha partecipato, a Napoli, a una tavola rotonda dal titolo: “Investire sui giovani con i beni pubblici – Nuove opportunità per Napoli”. Riteniamo singolare che un ministro di un governo che ha devastato a colpi di scure il mondo del lavoro, approvando il Jobs Act, cancellando l’articolo 18, innalzando l’età pensionabile, favorendo precarizzazione e impoverimento, costringendo giovani studenti a lavorare gratis nel rispetto dei dettami della Buona Scuola, possa avere l’ardire di venire a proporre soluzioni per i giovani del sud.
Giovani troppo spesso costretti ad emigrare per trovare uno straccio di lavoro e che il ministro non esitò ad offendere, quando affermò: “Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”. Giovani che si affannano a studiare, a catturare opportunità formative, a fare stage non pagati per arricchire – non si sa bene di cosa – il proprio curriculum. E che il ministro invitò ad andare a giocare a calcetto, perché relazioni di amicizia con le persone giuste hanno più peso nella ricerca di un lavoro di quanto ne abbia un’esperienza formativa e professionale conquistata con anni di sacrifici.
Certo, il ministro ritrattò goffamente quando si rese conto della gravità delle dichiarazioni che aveva appena rilasciato. Eppure, da massimo responsabile delle politiche del lavoro, non ci pare abbia fatto fare grandi progressi alle condizioni materiali dei lavoratori o dei giovani in cerca di lavoro. Un impiego continua ad essere un miraggio per molti, troppi. E, quando c’è, è pagato sempre meno e sempre più precario.
Alla tavola rotonda è intervenuta Chiara Capretti, candidata per Potere al Popolo! al collegio plurinominale della Camera per Napoli centro. “Si parla di un milione di nuovi posti di lavoro ottenuti grazie al Jobs Act. Si tace il fatto che su 10 contratti solo uno è a tempo indeterminato, e quel singolo contratto è a tutele crescenti, il che rende il lavoro tutt’altro che sicuro.” “Si è scelto di favorire le imprese con sgravi fiscali e agevolazioni, mentre contemporaneamente si smantellavano le tutele del lavoro”
All’esterno del complesso che ha ospitato l’iniziativa erano presenti lavoratori di Napoli Sotterranea, da mesi nell’occhio del ciclone per aver impiegato a nero e senza adeguate misure di sicurezza decine di giovani, e lavoratori di Unicoop Tirreno. Questi ultimi sono in sciopero a seguito della decisione, da parte di Coop, di abbandonare la Campania, cedendo a un privato i due punti vendita di Napoli e di Santa Maria Capua Vetere. Per loro, la previsione è un netto peggioramento delle condizioni di lavoro, visto che da un contratto cooperativo si ritroverebbero riassunti dal privato con un contratto Cisal.
Francesca, una delle lavoratrici Coop, dichiara: “Siamo stati svenduti con una trattativa di fatto segreta, durante la quale le rappresentanze sindacali non sono mai state interpellate”.
In piazza San Domenico Maggiore, alcuni giovani precari e disoccupati hanno organizzato una partita di calcetto, mostrando un cartellino rosso all’indirizzo del ministro e agitando cartelli con le scritte “Poletti, a calcetto giocaci tu”, “Basta lavoro nero” e “Alternanza = Sfruttamento”.