Marquez

L’incapacità di Trump e Harris di comprendere pienamente le complessità della politica estera non è solo un problema per gli Stati Uniti, ma rappresenta una minaccia più ampia alla stabilità globale.

L’ignoranza in politica estera di Donald Trump e Kamala Harris

La politica estera è da sempre una delle sfide più complesse per chi ambisce alla presidenza degli Stati Uniti, eppure, come spesso accade, i candidati alla Casa Bianca dimostrano una conoscenza scarsa e frammentaria delle questioni geopolitiche globali.

Questo è particolarmente evidente se si considerano le due figure più in vista del panorama politico americano contemporaneo: Donald Trump e Kamala Harris.

Nonostante il loro ruolo di primo piano, entrambi hanno dimostrato significative lacune in materia di politica estera, sollevando preoccupazioni sulla capacità degli States di mantenere la loro influenza globale.

Kamala Harris: inadeguatezza nella gestione delle crisi internazionali

Kamala Harris, attuale vicepresidente degli Stati Uniti e candidata alla presidenza, è spesso acclamata per il suo carisma e la sua capacità di mobilitare il Partito Democratico. Tuttavia, le sue competenze in politica estera risultano estremamente limitate. Un esempio lampante è la sua gestione del delicato problema dei migranti al confine con il Messico.

Questo compito le era stato affidato dal presidente Joe Biden, ma la risposta della Harris si è dimostrata inadeguata. La sua dichiarazione gettata la con apparente semplicità, “Non venite!” rivolta ai richiedenti asilo è stata considerata al apri di una boutade, evidenziando la sua scarsa preparazione su questioni internazionali complesse.

Nonostante il suo ruolo istituzionale, Harris non sembra possedere una visione chiara della geopolitica globale, ed è facile immaginare che, se eletta presidente, dovrà basarsi pesantemente sul solito “Deep State” a washington. Cioè cambiare per non cambiare…

Questo potrebbe aggravare ulteriormente la già fragile capacità decisionale in politica estera degli Stati Uniti, con conseguenze negative sulla leadership americana a livello globale.

Donald Trump: politica estera come gioco personale

Dall’altro lato dello spettro politico, Donald Trump ha dimostrato durante la sua presidenza una totale imprevedibilità nelle questioni di politica estera. Il tycoon newyorkese ha adottato un approccio spesso caotico e personale, decidendo autonomamente senza considerare a fondo le implicazioni globali delle sue azioni.

Durante il suo mandato, Trump ha licenziato e sostituito un numero impressionante di consiglieri ed esperti in politica estera, creando una continua instabilità all’interno del suo stesso apparato governativo. Questa mancanza di continuità ha portato a una serie di decisioni estemporanee che hanno minato la coerenza della politica estera statunitense.

Tra gli esempi più eclatanti vi sono la gestione del ritiro delle truppe americane dalla Siria e il negoziato fallimentare con la Corea del Nord. Trump si è spesso basato su valutazioni personali piuttosto che su un’analisi approfondita delle dinamiche geopolitiche. Daltronde l’intersa sua campagna elettorale, andando oltre il classico tema dei migranti, si sta basando sulla sua promessa di far cessare il conflitto in Ucraina in 24 ore. Come non è dato sapere…

Il declino della leadership americana

L’incapacità di Trump e Harris di comprendere pienamente le complessità della politica estera non è solo un problema per gli Stati Uniti, ma rappresenta una minaccia più ampia alla stabilità globale. Gli USA pur avendo perso parte della loro influenza, rimangono ancora una potenza mondiale egemonica e invasiva negli affari delr esto del mondo.

Paesi come Cina e Russia sono entrati in rotta di collisione contro lo zeitgeist americano e  sono pronti ad approfittare occupare spazi decisionali che in passato erano sotto il controllo pressochè totale di Washington. Questo processo è già in corso, come dimostra il fallimento della politica delle sanzioni promosse dall’amministrazione Biden, una politica che Harris e Trump sembrano incapaci di comprendere o migliorare.

Inoltre, la scarsa preparazione dei leader politici americani potrebbe anche portare a un indebolimento delle alleanze occidentali. Gli alleati storici degli Stati Uniti potrebbero cercare di riposizionarsi sullo scacchiere internazionale, non fidandosi più della stabilità e della garanzia di sicurezza attuali. Paesi come l’Iran e l’India potrebbero diventare sempre più autonomi nelle loro politiche estere.

Le conseguenze di una gestione così incerta della politica estera sono potenzialmente generatrici di instabilità non solo per gli Stati Uniti, ma per l’intero ordine globale

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy