Nella Striscia di Gaza, il ministero della Salute palestinese ha diffuso i nomi di 34.000 persone decedute che sono state identificate. Ieri, altri 20 palestinesi sono stati uccisi a Gaza. Tra questi, cinque sono morti dilaniati da una bomba mentre si trovavano in fila presso una panetteria nell’area di Mawasi, considerata “sicura”.
“Non è ancora chiaro se tutte queste vittime verranno identificate immediatamente, per poi unirsi alle oltre 30.000 già riconosciute, parte del totale di 41.226 decessi avvenuti dal 7 ottobre”, riporta Michele Giorgio su il Manifesto.
Gaza: l’elenco delle vittime più giovani
Il ministero della Salute di Gaza ha pubblicato un documento di 649 pagine, in cui vengono riportati nome, età, sesso e numero di identificazione di 34.000 palestinesi uccisi dalle forze israeliane.
Le prime 14 pagine di questo rapporto sono particolarmente strazianti, elencando i nomi dei neonati morti durante i bombardamenti israeliani. Si tratta di bambini che avevano meno di un anno al momento della loro morte.
Il numero complessivo dei minori uccisi ammonta a 11.355, un terzo del totale delle vittime. Tra le altre categorie di vittime, ci sono 13.737 uomini tra i 18 e i 30 anni, alcuni dei quali membri di Hamas o di altre fazioni armate palestinesi, mentre gli altri erano civili. Il mese di ottobre 2023 si è rivelato il più letale per i bambini e le donne palestinesi.
Tuttavia, il bilancio reale delle vittime è probabilmente ancora più alto, poiché sotto le macerie di edifici e abitazioni si trovano almeno 10.000 palestinesi ancora dispersi. Nel frattempo, il numero di israeliani, tra soldati e civili, uccisi durante gli attacchi del 7 ottobre e nei successivi undici mesi ammonta a circa 1.600.
La Cisgiordania occupata
Questo bagno di sangue riguarda anche la Cisgiordania occupata, dove centinaia di palestinesi sono stati uccisi, e si teme che presto il conflitto possa estendersi al Libano.
Ieri, l’inviato americano Amos Hochstein ha ribadito alle autorità israeliane che un’eventuale escalation contro Hezbollah – che ha lanciato attacchi a sostegno dei palestinesi – non risolverebbe la situazione degli sfollati. Tuttavia, il premier israeliano Netanyahu sembra deciso ad aprire un nuovo fronte.
Durante un incontro con Hochstein a Tel Aviv, Netanyahu ha affermato che i 60.000 israeliani evacuati dal nord non potranno rientrare nelle loro case senza un significativo miglioramento della sicurezza nelle aree di confine con il Libano