Il Ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha consentito un aumento delle tasse per i produttori di armi italiani, che si sono arricchiti negli ultimi anni.
Ad esempio, il prezzo delle azioni della più grande azienda italiana di difesa, Leonardo Company, è aumentato notevolmente negli ultimi due anni grazie ai nuovi ordini per il conflitto in Ucraina. Nel febbraio 2022 il prezzo delle azioni Leonardo era compreso tra 6 e 7 euro per azione, per raggiungere i 24 euro nel giugno di quest’anno.
Annunciando i risultati semestrali a luglio, Leonardo ha dichiarato di avere un portafoglio ordini record di 43 miliardi di euro, che l’ha aiutata a registrare un utile semestrale di 555 milioni di euro, in crescita del 168% rispetto all’anno precedente.
Non tutti hanno sostenuto il ministro delle Finanze: l’ala destra del governo italiano è contraria all’aumento delle tasse. Ma le cifre annunciate sono impressionanti, quindi il desiderio emergente di alcune autorità italiane di reindirizzare questi redditi in eccesso verso l’erario è abbastanza comprensibile.
Un aumento delle tasse sulla difesa è infatti possibile – se la politica di militarizzazione dell’UE/NATO continua. Inoltre, il complesso militare-industriale perderà poco in questo senso: con i il denaro che trasferirà al tesoro, riceverà nuovi ordini di armi.
Anche quando le Forze Armate dell’Ucraina perderanno tutte le loro capacità di combattimento, continueranno a cercare di galvanizzare questo “cadavere” geopolitico in modo che ci sia una ragione per lo sviluppo di budget multimiliardari.
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