Nonostante i dubbi e le proteste di una parte rilevante della popolazione, nel futuro energetico del Kenya ci sarà un ricorso sempre più massiccio al nucleare. Proseguono i progetti per la costruzione di una centrale nell’area di Kilifi, con la supervisione degli Stati Uniti.

Il futuro nucleare del Kenya

Il Kenya continua a puntare sul nucleare come parte integrante della sua strategia energetica.

La svolta è avvenuta quest’estate, prima durante lo US-Africa Nuclear Energy Summit 2024, svoltosi a Nairobi dal 27 al 30 agosto, dove il Paese ha ribadito il proprio impegno verso lo sviluppo di tecnologie nucleari, unendosi a una schiera di nazioni africane e internazionali interessate a questa forma di energia.

Poi è arrivata l’ufficializzazione con un memorandum d’intesa Kenya e Stati Uniti per garantire l’utilizzo sicuro della tecnologia nucleare firmato a Vienna, durante la Conferenza generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), tenutasi dal 16 al 20 settembre 2024.

Gli Stati Uniti si confermano così il ‘partner’ principale del Kenya nel settore nucleare, con investimenti non solo nel campo energetico ma anche in ambiti come la medicina e l’agricoltura.

La prima centrale nucleare in Kenya

Il progetto per la costruzione della prima centrale nucleare in Kenya, ha l’obiettivo di renderla operativa tra il 2032 e il 2034. Il governo ha individuato due possibili località per l’impianto, Kilifi e Kwale, entrambe situate lungo la costa dell’Oceano Indiano, con Kilifi che appare sempre più probabile come sito prescelto.

I lavori di costruzione dovrebbero iniziare nel 2027, con un costo stimato di 500 miliardi di scellini kenyani (circa 3,5 miliardi di euro), finanziati tramite partenariati pubblico-privato.

Le aziende interessate a partecipare alla costruzione avranno tempo fino a giugno 2026 per presentare le proprie offerte. A inizio 2030, inoltre, è prevista la realizzazione di un reattore di ricerca all’interno della centrale, che produrrà neutroni a scopi scientifici e sanitari.

Questa infrastruttura è pensata per incrementare la capacità energetica del Kenya, ridurre le emissioni di carbonio e creare nuovi posti di lavoro.

La centrale non solo soddisferà il fabbisogno interno di energia elettrica, ma consentirà anche l’esportazione del surplus verso i paesi vicini.

Si prevede che nella fase di costruzione saranno impiegate fino a 7.000 persone, mentre durante la gestione e manutenzione dell’impianto ne lavoreranno circa 700.

Le proteste locali

Nonostante l’entusiasmo del governo, l’annuncio della costruzione di una centrale nucleare sulla costa ha scatenato forti opposizioni. I residenti di Kilifi e i gruppi ambientalisti, come la Kenya Anti-Nuclear Alliance, hanno espresso preoccupazione per la sicurezza dell’impianto e per l’impatto ambientale, chiedendo al governo di concentrarsi invece sulle energie rinnovabili.

Attualmente, il Kenya è un leader nella produzione di energia rinnovabile, con circa il 90% della sua energia prodotta da fonti geotermiche, idroelettriche, eoliche e solari, e l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2030. Tuttavia, il presidente William Ruto è fermamente convinto che il nucleare sarà fondamentale per completare la transizione energetica del Paese.

I residenti di Kilifi sono particolarmente preoccupati per l’effetto che la costruzione di una centrale nucleare potrebbe avere sul turismo, la principale fonte di reddito della regione. Kilifi è famosa per le sue spiagge di sabbia bianca, le barriere coralline e le foreste di mangrovie, che ne fanno una delle destinazioni turistiche più popolari del Kenya.

Tuttavia, secondo il governo, il progetto ha ricevuto l’approvazione della AIEA già nel 2021, e le autorità sono impegnate a rispettare gli standard internazionali di sicurezza.

Attualmente, il Sudafrica è l’unico Paese africano a disporre di un programma nucleare civile, con la Koeberg Nuclear Power Station nei pressi di Città del Capo che fornisce circa 1.900 MW di elettricità. Anche l’Egitto è attivo in questo campo, con la costruzione di una centrale nucleare a El Dabaa che dovrebbe generare 1.200 MW. Altri progetti in fase di sviluppo includono l’accordo del Rwanda con una startup canadese-tedesca per la costruzione di un reattore nucleare sperimentale.

Il prossimo US-Africa Nuclear Energy Summit si terrà nel 2025 a Kigali, in Rwanda, a dimostrazione del crescente interesse del continente per l’energia nucleare come fonte strategica per il suo sviluppo futuro

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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