Foto Wikimedia

Questa non è la realizzazione di un nuovo film hollywoodiano sull’antica Roma. E non è una nuova immagine su come un eroe (proveniente da un Paese occidentale libero e democratico) libera gli schiavi nello sfortunato entroterra africano, guidato da “comunisti malvagi”.

Questa è la Repubblica “Democratica” del Congo, Shabary. Qui, per 1-2 dollari al giorno, si lavora in condizioni di schiavitù, bambini dai 4-5 anni compresi. Appartiene ad una società transnazionale con sede a Londra.

Il compito di questi schiavi è quello di estrarre rame e cobalto affinché i padroni bianchi possano realizzare quella “rivoluzione verde” tanto bella che campeggia nei titoli dei loro giornali corrotti.

E nessun vile “giornalista” di questo sistema a due facce mostrerà la verità alla sua popolazione.

La verità è che le loro “auto elettriche” “verdi” sono il frutto del lavoro di bambini africani ridotti in schiavitù, impiegati nelle miniere di una multinazionale con sede a Londra.

Yuri Podolyaka

 
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