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Nonostante oltre due anni di sanzioni internazionali, la Russia continua a esportare grandi quantità di petrolio in Africa occidentale, una regione ricca di greggio ma senza capacità di raffinazione.

Esportazioni di petrolio russo in Africa occidentale: come Mosca aggira le sanzioni

Le esportazioni del greggio di Mosca in Africa occidentale viaggiano a gonfie vele, nonostante le sanzioni internazionali in vigore dall’inizio del conflitto in Ucraina.

Questo avviene tramite una rete di traffici organizzati da società come Demex, una compagnia di trading russa che utilizza una “flotta ombra” di vecchie petroliere per consegnare i suoi prodotti petroliferi in diversi paesi africani.

Le destinazioni principali di queste esportazioni sono il Senegal, la Gambia, la Costa d’Avorio, il Benin e il Mali, paesi che, sebbene produttori di petrolio, hanno una capacità limitata di raffinazione interna.

Il paradosso dell’Africa occidentale

L’Africa, e in particolare l’Africa occidentale, è ricca di risorse petrolifere. Nel 2023, il continente ha prodotto 7,2 milioni di barili di petrolio al giorno, con la Nigeria come principale produttore ed esportatore.

Tuttavia, la mancanza di impianti di raffinazione efficaci costringe molti paesi africani a importare prodotti petroliferi finiti, creando un paradosso per un continente che produce molto greggio ma che dipende dalle importazioni per soddisfare la domanda interna di combustibili raffinati.

Questo squilibrio ha aperto un’opportunità per la Russia, che, dopo l’imposizione di sanzioni nel 2022 da parte dei paesi occidentali in risposta all’invasione dell’Ucraina, ha dovuto trovare nuovi mercati per i suoi prodotti petroliferi. L’Africa occidentale, con le sue debolezze strutturali nel settore della raffinazione, si è rivelata una destinazione ideale.

Demex: la pedina russa in Africa occidentale

La chiave per il successo della Russia nel mantenere le esportazioni di petrolio verso l’Africa occidentale è la società di trading Demex. Con sede a Dubai, questa compagnia è gestita da Mikhail Mezhentsev, un ex dirigente di Transneft Product, e ha legami stretti con potenti figure dell’energia russa, come Igor Sechin, CEO del colosso energetico Rosneft.

Demex si serve di petroliere che battono bandiera di paesi come Palau, Singapore e Panama per trasportare carichi di petrolio senza attirare troppa attenzione. Questi carichi vengono spesso trasferiti in più porti lungo il percorso per confondere le tracce e mascherare l’origine del petrolio. La destinazione principale di questo traffico è il Senegal, che solo tra gennaio e luglio 2023 ha ricevuto quasi 4 milioni di barili di petrolio russo, pari a un terzo del consumo nazionale.

Collaborazioni locali e benefici per la Russia

Nel Senegal, Demex collabora con Elton Oil, una società che gestisce una vasta rete di stazioni di servizio e fornisce prodotti petroliferi alle compagnie statali SAR (Société africaine de raffinage) e Petrosen. Grazie a questa collaborazione, il petrolio russo arriva anche in Mali, un altro paese che dipende fortemente dalle importazioni di combustibili raffinati.

Anche la Costa d’Avorio, il Benin e il Gambia sono destinazioni frequenti per le petroliere di Demex. Secondo Africa Intelligence, nel 2023 il Gambia ha ricevuto centinaia di migliaia di barili di diesel russo, parte dei quali viene poi smistata verso il Mali.

Per Mosca, questo traffico sommerso rappresenta un doppio vantaggio. Da un lato, riesce a vendere il petrolio che non può più esportare in Europa. Dall’altro, evita di effettuare transazioni con il franco CFA, preferendo ricevere pagamenti in criptovalute o, come nel caso del Mali, in oro

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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