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La Dichiarazione adottata a Kazan sottolinea l’importanza della dimensione istituzionale per il rafforzamento del multilateralismo per un ordine mondiale giusto e democratico, basato sul rilancio e la riforma del sistema delle Nazioni Unite e articolato sui vari temi.
L’evidente deficit di direzione politica espresso negli ultimi anni da parte dell’Occidente rende evidenti la necessità e l’urgenza di una nuova classe dirigente planetaria. Per oltre cinque secoli la comunità internazionale a egemonia occidentale ha saputo svolgere il suo ruolo ricorrendo al colonialismo, al razzismo e devastando in modo forse irrecuperabile l’ambiente terrestre. Ma negli ultimi anni è divenuto chiaro a chiunque, salvi i pennivendoli a libro paga che ricevono somme a volte rilevanti per non pensare e non scrivere quello che eventualmente pensino, che non si può andare avanti così.Non è solo questione di figure francamente imbarazzanti come il rimbambito Biden, il mentitore seriale Trump o la scialba e contraddittoria Kamala Harris, ovvero, per passare all’ancora più disastrato panorama europeo, la corrotta von der Leyen, il nulla fatto persona Scholz, Macron che cerca di essere la caricatura di De Gaulle, o la nostra impagabile quanto incompetente Meloni col suo codazzo di neo-fascisti riverniciati alla meglio, leghisti e berlusconiani impenitenti, tutti, se possibile,ancora più incompetenti di lei, specie in materia di politica estera.
Il trend è di fondo e concerne alcuni elementi di cui andrebbe preso atto per dare un futuro al pianeta, che ne ha davvero poco, e, soprattutto, all’Europa e all’Italia, che ne hanno ancora meno.
- I popoli, ma anche i ceti politici che bene o male li rappresentano, colle mille riserve rese necessarie dalle ancora insufficiente dispiegamento degli ideali e delle prassi democratiche (quelli veri, non stiamo certo parlando della caricatura degli uni e delle altre costruite dalla propaganda occidentale a proprio esclusivo uso e consumo), sono stanchi di svolgere il ruolo di comprimari o, nella migliore delle ipotesi, viceprefetti subcoloniali del potere occidentale. Ciò vale per la Repubblica popolare cinese come per regimi autoritari quali Turchia, Egitto e Arabia Saudita.
- Il sistema economico, politico e sociale che si è venuto a realizzare sotto l’egida del capitalismo finanziario vede la totale preminenza di una serie di entità formalmente private, soprattutto i fondi di investimento, dominati a loro volta da alcune decine di individui, nei quali si concentrano enormi poteri e soprattutto quello di dettare l’agenda del futuro del pianeta, avendo di mira soltanto i propri profitti e i propri benefici. Non si può certo pretendere che i popoli del mondo accettino di tenere bordone a questi Paperoni, che vanno invece rapidamente estromessi da ogni posizione di privilegio e defraudati di ogni ruolo decisionale.
- Paradossalmente, la globalizzazione neoliberista che trent’anni fa sembrava segnare la definitiva prevalenza del modello neoliberista addirittura assolutizzata sub specie di “fine della storia” (do You remember Fukuyama?) ha in realtà consentito l’emergere e l’affermarsi di Potenze, come la Repubblica popolare cinese, dotate di un eccellente apparato pubblico, formato da Stato e Partito colle loro varie appendici, attento al bene comune, che ha non solo eliminato la povertà al proprio interno ma ha operato con successo sul piano internazionale, sia dal punto di vista economico (Nuova Via della Seta e cooperazione a trecentosessanta gradi con quasi tutti gli Stati) che da quello politico (brillanti iniziative per la pace in Ucraina, Medio Oriente ed altrove e, per l’appunto, BRICS).
- E sotto quest’egida oggi culturalmente ed ideologicamente prevalente in tutto il mondo, fatta eccezione per l’Occidente profondo e talune sue ultime patetiche dépendances neocoloniali, tra le quali spicca l’Argentina del neo-fascista Milei, che stiamo assistendo a un rilancio della dimensione pubblica e degli Stati che, con diverse varianti, la incarnano.
Sono questi i fattori più importanti e significativi che sono oggi alla base del successo del modello dei BRICS, la cui affermazione definitiva è ancora intralciata da manovre di retroguardia, come il veto nei confronti del Venezuela bolivariana disgraziatamente imposto, ma solo per il momento, dal Brasile di Lula, ovvero dall’emergere di terrificanti modelli alternativi, come l’Israele di Netanyahu, basato sull’apartheid e sul genocidio.
La Dichiarazione recentemente adottata a Kazan non a caso sottolinea l’importanza della dimensione istituzionale per il rafforzamento del multilateralismo per un ordine mondiale giusto e democratico, basato sul rilancio e la riforma del sistema delle Nazioni Unite e articolato sui vari temi (commercio, no alle misure coercitive unilaterali, finanza, sviluppo sostenibile, cooperazione economica e finanziaria, cambiamento climatico, biodiversità, desertificazione, acqua, diritti umani,libertà fondamentali e democrazia, razzismo e discriminazione razziale, ciascuno dei quali, per la sua importanza e complessità richiederebbe una trattazione approfondita che qui non è possibile intraprendere).
Il secondo tema fondamentale è costituito dal necessario aumento della cooperazione per mantenere la stabilità e la sicurezza internazionali a livello globale e locale, anch’esso articolato in vari punti su base territoriale (Medio Oriente, Palestina, Libano meridionale, Mar Rosso, Siria, Ucraina, Africa, Sudan, Haiti, Afghanistan) o tematica (disarmo e non proliferazione, armi di distruzione di massa, corsa agli armamenti nello spazio extra-atmosferico, terrorismo, flussi finanziari illeciti, narcotraffico, criminalità organizzata transnazionale, corruzione, criminalità informatica e fake news).
Il terzo tema fondamentale, anch’esso ricco di implicazioni problematiche estremamente complesse, è quindi costituito dalla cooperazione finanziaria ed economica per un giusto sviluppo globale, nel quale più che in altri i BRICS sono presenti con propri strumenti già operativi.
Last but not least il settore degli scambi tra I popoli per lo sviluppo economico e sociale, dove particolare attenzione viene rivolta al ruolo della cultura e dello sport, e a quello delle donne il cui empowerment viene considerato di fondamentale importanza.
In sintesi una piattaforma ampia e articolata, densa di iniziative e suggerimenti non sempre nuovi e a volte discutibili, cui andranno senza dubbio dedicati approfondimenti tematici e verifiche incessanti, ma che deriva la sua importanza dall’essere riproposta con forza e convinzione nell’attuale contesto di frammentazione e disgregazione alla stregua di controtendenza che va sostenuta, anche alimentandola, ove necessario, da un vitale afflato critico, da chiunque abbia a cuore il futuro condiviso dell’umanità
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