Silvio Berlusconi versò decine di milioni di euro all’ex senatore e co-fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri per comprarsi il suo silenzio sulle stragi di mafia. È quanto messo nero su bianco dai magistrati della Procura di Firenze – competenti sulle indagini in merito agli attentati del 1993 a Roma, Firenze e a Milano, in cui furono uccise 10 persone – nell’atto di chiusura indagini inerente il filone dell’inchiesta sul patrimonio di Dell’Utri. Quest’ultimo risulta indagato per la violazione della normativa antimafia e, in concorso con sua moglie, per trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante di aver agito “al fine di occultare la più grave condotta di concorso nelle stragi ascrivibile a Silvio Berlusconi e allo stesso Dell’Utri”. Per questo reato l’ex premier è stato indagato, insieme a Dell’Utri, fino al momento della sua morte, “avvenuto in epoca successiva all’ultima elargizione contestata, costituendo le erogazioni di quest’ultimo il quantum percepito da Dell’Utri per assicurare l’impunità a Silvio Berlusconi”.

Secondo la Procura di Firenze, insomma, le ingenti somme girate da Berlusconi alla famiglia Dell’Utri – circa 28 milioni di euro tra il 2012 e il 2021 (cui va aggiunto, dal maggio 2021, anche un vitalizio da 30mila euro al mese chiesto e ottenuto dall’ex senatore) – sarebbero servite a far tenere la bocca ben serrata all’ex senatore in merito alle presunte implicazioni del ruolo politico di Berlusconi dietro le stragi del 1993. Nel 2012, quando i versamenti iniziarono, Dell’Utri era imputato davanti alla Corte d’Appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa -, reato per il quale fu condannato definitivamente a 7 anni di carcere, essendo stato certificato il suo ruolo di mediatore tra Cosa Nostra e il Berlusconi imprenditore tra la prima metà degli anni Settanta e i primi anni Novanta – mentre alle porte c’era l’apertura del processo “Trattativa Stato-mafia”, nel quale sarebbe finito alla sbarra (condannato in primo grado a 12 anni e poi definitivamente assolto) assieme ai vertici del ROS dei Carabinieri e a quelli di Cosa Nostra. Dalle carte dei pm emerge che Dell’Utri è sotto inchiesta per la violazione della normativa antimafia a causa della mancata comunicazione delle variazioni patrimoniali, che dopo la sua condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa sarebbe stata obbligatoria. Viene inoltre contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, specificamente in relazione a 15 bonifici versati da Berlusconi a Ratti, per un ammontare di 8 milioni di euro, con causale “prestito infruttifero”. I pm contestano alla moglie di Dell’Utri l’attribuzione fittizia per “eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione”. Il mese scorso, erano stati sequestrati alla famiglia Dell’Utri 10 milioni e 840 mila euro (8 milioni e 250 mila a Ratti, 2 milioni e mezzo all’ex senatore).

Contemporaneamente, Dell’Utri resta indagato tra i presunti mandanti esterni delle stragi del 1993. La Procura di Firenze lo accusa infatti di aver istigato e sollecitato il boss Giuseppe Graviano, capo del mandamento di Brancaccio e vicinissimo a Totò Riina, “a organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, al quale ha fattivamente contribuito Dell’Utri”, nella cornice “di un accordo, consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa nostra, di stragi, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi, a fronte della promessa da parte di Dell’Utri, che era il tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del Governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa Nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni”. Infatti, ricostruiscono i pm, dalla mafia palermitana Forza Italia avrebbe ottenuto “l’appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994”.

Già l’anno scorso i consulenti dei magistrati fiorentini della Dia avevano prodotto un documento illustrativo dei continui versamenti di denaro effettuati da Berlusconi a Dell’Utri nel corso del periodo compreso tra il 2012 e il 2021, per un totale di 28 milioni di euro. L’8 marzo 2012 Berlusconi indirizzava sui conti intestati a Dell’Utri e alla moglie 20,9 milioni di euro, il 23 marzo 2015 il Cavaliere versava un bonifico di un milione di euro al figlio di Dell’Utri, Marco; il 2 agosto del 2016 arrivano altri due milioni di euro sul conto della moglie di Dell’Utri, il 27 luglio 2017 altri 500 mila euro; nel febbraio 2018 1,2 milioni, il mese successivo altri 800 mila euro; nel marzo del 2019 500mila euro, nel gennaio 2020 1,2 milioni e nel giugno 2021 altri 180 mila euro. Poi, dal maggio 2021, Berlusconi iniziò a versare a Dell’Utri un vitalizio da 30mila euro al mese. Gli investigatori hanno sostenuto vi fosse nei Dell’Utri “la consapevolezza che tutte le loro richieste, assecondate da Berlusconi, trovano fondamento in una sorta di risarcimento di quanto hanno patito nel tempo per colpa sua, per averlo, probabilmente, coperto”. Le donazioni all’ex senatore da parte di Berlusconi non sono state interrotte nemmeno dalla dipartita di quest’ultimo, che attraverso il testamento ha destinato a Dell’Utri un maxi-lascito di 30 milioni di euro.

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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